Il counselling
Un po' di storia:
Il counselling nasce negli anni ’50 negli Stati Uniti: i primi campi d’azione furono il contesto scolastico e il supporto per il reinserimento dei reduci di guerra nella società civile. Carl Rogers e Rollo May sono considerati i pionieri di questo approccio di consulenza umana.
Approda in Europa attraverso la Gran Bretagna negli anni ‘70. Gli altri stati europei cominciano ad interessarsi al counselling attorno agli anni ’80, con modalità diverse che ne hanno visto e ne vedono l’uso nei contesti più diversi, dal campo educativo a quello sociale, dalla salute ai servizi, dalle aziende pubbliche a quelle private, dalla scuola alla consulenza familiare.
Che cos’è il counselling?
Il counselling è un intervento professionale basato su abilità di relazione e comunicazione.
E’ un percorso di ricerca di strade nuove, di equilibri più accettabili, di una via di uscita quando i problemi di ogni giorno indeboliscono le risorse e la capacità di inventare soluzioni nuove. E’ un intervento breve, che mette il focus sul presente, al termine del quale il cliente non avrà cambiato il suo modo di essere, ma, raccogliendo nuove informazioni, ampliando le sue ipotesi, scoprendo nuovi punti di vista, potrà modificare il suo modo di fronteggiare la situazione per la quale ha chiesto l’intervento del counsellor.
Cosa fa il counsellor?
Utilizzando tecniche e strumenti specifici del counselling, accompagna il proprio cliente nell’attraversare quella foresta fitta di pensieri, dalla quale ha l’impressione di non sapere e di non poter più uscire da solo.
Il counsellor non fa diagnosi, non etichetta, ma si basa su un principio di normalità, scommettendo sulla resilienza e le molteplici risorse che contraddistinguono l’essere umano, favorendo la sua autonomia nel prendere decisioni, la capacità di scegliere, di trovare soluzioni e di sentirsi più libero.
Un colloquio di counselling può durare dai 60 ai 90 minuti.
Il counsellor funge da catalizzatore affinché le équipe possano osservare il loro modo di funzionare ed offre ad ogni singolo partecipante la possibilità di esprimere il suo sentire rispetto all’équipe e per rapporto alle situazioni professionali specifiche.
Vi invitiamo a volerci contattare qualora desideraste più informazioni o per fissare un appuntamento.
A chi si rivolge?
A singoli individui, coppie, famiglie, gruppi o a équipe di professionisti di qualsiasi ambito (scolastico, aziendale, ...)
Quando è utile?
Nei momenti di difficoltà, in famiglia, sul lavoro e nelle relazioni affettive. Nel fronteggiare piccole e grandi scelte, nell'affrontare eventi traumatici o stressanti, quando si sente il bisogno di un momento, di un tempo da dedicare a se stessi, la voglia di conoscersi ancora un po' di più.
In queste ed altre situazioni il counselling è un aiuto efficace.
Il counselling nasce negli anni ’50 negli Stati Uniti: i primi campi d’azione furono il contesto scolastico e il supporto per il reinserimento dei reduci di guerra nella società civile. Carl Rogers e Rollo May sono considerati i pionieri di questo approccio di consulenza umana.
Approda in Europa attraverso la Gran Bretagna negli anni ‘70. Gli altri stati europei cominciano ad interessarsi al counselling attorno agli anni ’80, con modalità diverse che ne hanno visto e ne vedono l’uso nei contesti più diversi, dal campo educativo a quello sociale, dalla salute ai servizi, dalle aziende pubbliche a quelle private, dalla scuola alla consulenza familiare.
Che cos’è il counselling?
Il counselling è un intervento professionale basato su abilità di relazione e comunicazione.
E’ un percorso di ricerca di strade nuove, di equilibri più accettabili, di una via di uscita quando i problemi di ogni giorno indeboliscono le risorse e la capacità di inventare soluzioni nuove. E’ un intervento breve, che mette il focus sul presente, al termine del quale il cliente non avrà cambiato il suo modo di essere, ma, raccogliendo nuove informazioni, ampliando le sue ipotesi, scoprendo nuovi punti di vista, potrà modificare il suo modo di fronteggiare la situazione per la quale ha chiesto l’intervento del counsellor.
Cosa fa il counsellor?
- Consulenza
Utilizzando tecniche e strumenti specifici del counselling, accompagna il proprio cliente nell’attraversare quella foresta fitta di pensieri, dalla quale ha l’impressione di non sapere e di non poter più uscire da solo.
Il counsellor non fa diagnosi, non etichetta, ma si basa su un principio di normalità, scommettendo sulla resilienza e le molteplici risorse che contraddistinguono l’essere umano, favorendo la sua autonomia nel prendere decisioni, la capacità di scegliere, di trovare soluzioni e di sentirsi più libero.
Un colloquio di counselling può durare dai 60 ai 90 minuti.
- Supervisione
Il counsellor funge da catalizzatore affinché le équipe possano osservare il loro modo di funzionare ed offre ad ogni singolo partecipante la possibilità di esprimere il suo sentire rispetto all’équipe e per rapporto alle situazioni professionali specifiche.
Vi invitiamo a volerci contattare qualora desideraste più informazioni o per fissare un appuntamento.
A chi si rivolge?
A singoli individui, coppie, famiglie, gruppi o a équipe di professionisti di qualsiasi ambito (scolastico, aziendale, ...)
Quando è utile?
Nei momenti di difficoltà, in famiglia, sul lavoro e nelle relazioni affettive. Nel fronteggiare piccole e grandi scelte, nell'affrontare eventi traumatici o stressanti, quando si sente il bisogno di un momento, di un tempo da dedicare a se stessi, la voglia di conoscersi ancora un po' di più.
In queste ed altre situazioni il counselling è un aiuto efficace.
L'ipnosi
Si sono spesi molti termini e concetti per spiegare questo fenomeno assolutamente normale che viviamo quotidianamente senza rendercene conto.
I media ci mostrano immagini che, in alcuni casi, ci fanno rappresentare questo stato di rilassamento/trance, come un fenomeno strano nel quale il soggetto che vi si sottopone è in balia dell'ipnotista o perde completamente la consapevolezza o la ragionevolezza. Al contrario, se praticata in modo finalizzato al benessere della persona che vi si sottopone, vi è una costante presenza e possibilità di essere artefice del proprio processo per raggiungere la serenità e ristabilire prospettiva e voglia di affrontare questa meravigliosa vita. Negli anni, l'ipnosi è diventata uno strumento efficace nel quale è possibile finalmente sostenere e "rileggere" situazioni vissute e che ci hanno "disturbato", conferendoci potere decisionale.
La possibilità di "raggiungere" nella nostra mente quelle rappresentazioni disfunzionali che ci fanno provare emozioni apparentemente ingiustificate o ci fanno reagire con modalità che non desideriamo, è una buona occasione per affrontare in modo protetto le questioni irrisolte che se lasciate in un angolino, a volte si consolidano e assumono sempre più potere.
Accedere alla nostra parte inconscia (parte inconsapevole, della quale non ci rendiamo conto) per portare "luce" e prospettiva funzionale.
I media ci mostrano immagini che, in alcuni casi, ci fanno rappresentare questo stato di rilassamento/trance, come un fenomeno strano nel quale il soggetto che vi si sottopone è in balia dell'ipnotista o perde completamente la consapevolezza o la ragionevolezza. Al contrario, se praticata in modo finalizzato al benessere della persona che vi si sottopone, vi è una costante presenza e possibilità di essere artefice del proprio processo per raggiungere la serenità e ristabilire prospettiva e voglia di affrontare questa meravigliosa vita. Negli anni, l'ipnosi è diventata uno strumento efficace nel quale è possibile finalmente sostenere e "rileggere" situazioni vissute e che ci hanno "disturbato", conferendoci potere decisionale.
La possibilità di "raggiungere" nella nostra mente quelle rappresentazioni disfunzionali che ci fanno provare emozioni apparentemente ingiustificate o ci fanno reagire con modalità che non desideriamo, è una buona occasione per affrontare in modo protetto le questioni irrisolte che se lasciate in un angolino, a volte si consolidano e assumono sempre più potere.
Accedere alla nostra parte inconscia (parte inconsapevole, della quale non ci rendiamo conto) per portare "luce" e prospettiva funzionale.